Ce l’abbiamo fatta, siamo usciti di casa. Spesso la parte più difficile è proprio quella di decidere se restare nel nostro posto sicuro oppure aprire la porta e  calpestare il mondo lì fuori. Perché una volta che sei lì fuori la voglia di guardare, conoscere e scoprire si fa forte e, se nello zaino c’è tutto il necessario ed abbiamo accanto il nostro compagno di viaggio, nulla potrà fermarci, diventeremo inarrestabili, pionieri della nostra stessa realtà, della quale scopriremo l’incredibile bellezza quotidiana.
Il cielo è limpido, il vento leggerissimo ed allora perché non andare a mare? Il mare è un rischio, le sue onde sono un rischio, così come quel senso di grandezza e quella linea dell’orizzonte che non puoi mai dare per certa.

“Facile essere coraggiosi a distanza di sicurezza” (Esopo)

Eh sì, se il mare lo guardi da lontano sei più che sicuro che non può farti nulla, non ne ascolti il suono, non vedi le sue piccole onde, non ti accorgi che non si ferma un attimo e ti perdi anche il suo profumo. L’avvicinarsi è un rischio da correre e di certo nulla sarà come prima: il minimo che può accadere è quello di tornare con i piedi bagnati e pieni di piccoli granellini di sabbia, il massimo è aver avuto la sensazione di annegare. Se ci rifletti, è proprio quello che accade quando ci si ferma in silenzio con se stessi, è molto rischioso, marea o mareggiata, agitato o calma piatta, in qualsiasi modo ne esci bagnato, nuovamente battezzato.
Cosa sono quei piccoli granellini di sabbia nella mia vita? E nella coppia? Sono fastidiosi o con il tempo ne ho trovato sollievo? Ho sempre preferito la scogliera per tuffarmi direttamente in acqua? Ho cercato di evitare i sassolini per paura di mettermi e metterci alla prova? Ma non facevo prima a prenderli in mano ed a capire di cosa si trattava?
Non è solo rilassante e romantico sedersi sul bagnasciuga e guardare il mare, è difficile, a tratti spiazzante. Ti accorgi che il mare non è mai fermo, le piccole onde vanno e vengono e disegnano piccole curve sulla sabbia del fondale. Quali sono le onde nella tua vita di coppia? Disegnano o distruggono? Sono piacevoli, perché movimentano il tuo rapporto oppure sono veri e propri piccoli tzunami che non fanno che stravolgere un equilibrio? Qua e là scogli che affiorano o che improvvisamente ti ritrovi sotto i piedi e rischiano di farti male. È sempre tempo di riflettere sui propri scogli, su quella durezza di cuore manifestata o latente che rischia di far davvero male alla nostra coppia.
L’acqua del mare è salata, proprio come le nostre lacrime, bagnamoci le mani: la vita non è sempre dolce, anzi. Le nostre mani, insieme, avvertiranno la stessa sensazione ed  è sempre insieme che ci rialzeremo da quella riva. Facciamo il bagno o torniamo a casa? Quasi non ci importa, in quel silenzio abbiamo scoperto il mare dentro, quell’immensità che spesso dimentichiamo che ci è stata donata e che rappresenta la nostra unicità. Siamo contenitori di un amore infinito, ma fatichiamo davvero a rendercene conto.
E le conchiglie? Ne avete raccolte un po’ per ricordare la vostra passeggiata? Le conchiglie restano in mano, non si asciugano come l’acqua salata. Rappresentano tutti i ricordi, i momenti vissuti insieme, legano al passato con una fune che inconsapevolmente intrecciamo ogni giorno. Ci raccontiamo mai i nostri momenti belli? Le nostre esperienze più significative, confessiamo mai le nostre emozioni e sensazioni anche a distanza di anni?


“Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori, e là ti cercavo. E io, brutto, mi avventavo sulle cose belle da te create. Eri con me e io non ero con te.” 
(S. Agostino)


Questa passeggiata ci aiuta a sondare questa bellezza dentro di noi, la bellezza di un Padre che ha deciso di essere in noi, alle volte rischiando per davvero. La ricerca sempre fuori da noi stessi e, nella peggiore delle ipotesi, al di fuori della coppia, per rincorrere quella bellezza. La bellezza è qui, dentro di noi. Siediti sul tuo bagnasciuga e contemplala e lasciati battezzare da quelle onde di immensità!


                                                               



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