Scommetto che anche a voi è capitato qualcuno che cita questo versetto per dire che non è importante pregare, non è importante professarsi credenti, è invece sufficiente “fare il bene”... È proprio il modo più sbagliato di interpretare la parola di Dio, concentrandosi cioè ogni volta su un versetto che, preso fuori contesto, gli si fa dire il contrario di quello che dice. Giusto per mettere il versetto in prospettiva, invito a leggerlo insieme a un altro versetto, tratto dal vangelo di Giovanni: «Questa è la vita eterna: che conoscano te, unico vero Dio, e Colui che hai mandato, Gesù Cristo». La professione di fede è fondamentale. È la pregustazione della vita eterna. Ma il vangelo di oggi aggiunge un altro elemento è ci ricorda che questa professione non deve rimanere sulle labbra, deve evangelizzare il cuore e contagiare le mani. È qui il punto: non mettere le opere al posto della fede, ma fare le opere della fede. Quella fede che opera nell'amore di Cristo.
#pregolaParola
(Mt 7,21-29) Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: «Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?». Ma allora io dichiarerò loro: «Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l'iniquità!». Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

Robert Cheaib
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