Il vangelo di oggi mostra una tensione tra ciò che gli uomini si propongono di fare e il progetto di Dio. I Giudei vogliono uccidere Gesù, ma non è ancora giunta la sua ora. Questa tensione accompagna la storia. Tensione tra i progetti umani e il disegno salvifico di Dio. La mente umana fa fatica a conciliare questo due aspetti che sembrano escludersi a vicenda. Eppure è così: il mondo è un teatro di libertà, ma misteriosamente non sfugge di mano a Dio. Arriverà l'ora in cui Gesù verrà ucciso, ma neppure lì la libertà degli uomini soffocherà il progetto di Dio perché «dalle sue ferite noi siamo stati guariti».
#pregolaParola
(Gv 7,1-2.10.25-30)
Dopo questi fatti, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Ma quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto. Intanto alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.

Robert Cheaib
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