Credere non è solo avere fede, ma è anche affidarsi. E se guardiamo alle vicende degli apostoli e dei discepoli con Gesù prima e dopo la sua risurrezione, notiamo la fatica che fanno a credere e ad affidarsi. Va detto che ciò è consolante perché non ci possiamo sentire soli nella nostra avventura folle e meravigliosa del discepolato. Ma soprattutto possiamo essere felici e colmi di speranza al guardare come Gesù non getti la spugna, ma persista nel desiderare una comunione profonda con i suoi. Questo è Cristo. Non solo ci aspetta, ma ci viene incontro, entra nei nostri cenacoli bui e fa splendere la luce della sua risurrezione.
#pregolaParola
(Mc 16,9-15)
Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero. Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch'essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro. Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura.

Robert Cheaib
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