La Parola si fa carne per venire incontro all'uomo, ma la carne non si fa ascolto per accogliere la Parola di Dio. Questo è il dramma dell'incarnazione di Dio e della disincarnazione dell'uomo. D'altra parte, Giovanni lo aveva già detto anticipatamente nel Prologo del suo vangelo: «Venne tra i suoi, ma i suoi non lo accolsero». Andare avanti per idee preconfezionate ci priva dell'incontro, perché Dio è irriducibile a qualsiasi idolo di idea che ci facciamo di lui e del suo apparire sulla scena della nostra vita. Per scongiurare le illusioni, bisognerebbe fare come Nicodemo: andare da Gesù di notte, dove tutto tace, dove tutto è spento e lasciare parlare lui, lasciare irradiare lui. La notte non è un tempo, è uno stato di libertà interiore dal rumore interiore ed esteriore.
#pregolaParola
(Gv 7,40-53)
All'udire queste parole, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua.

Robert Cheaib
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