«Platone è mio amico. Ma mi è più amica e più cara la verità». È Aristotele a parlare e, senza volerlo, ci presenta un'immagine che potrebbe aiutare a capire quanto di e Gesù nel vangelo: «E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall'unico Dio?». Le relazioni nella vita sono fondamentali. Ma bisogna sempre tenere gli occhi aperti per non far sì che i legami deteriorino e diventino legacci, catenacci di menzogna e di compromesso. Ciò è possibile sostando di tanto in tanto per discernere il movente e il centro fondamentale di queste relazioni. Mi ritornano le parole di Khalil Gibran: «Non vi sia nell'amicizia altro fine se non quello di approfondire lo spirito». Cristianamente potremmo dire: che il fine dell'amicizia sia l'Amico, Cristo.
#pregolaParola
(Gv 5,31-47)
Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C'è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita. Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l'amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall'unico Dio? Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».
Robert Cheaib
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