Discenere è anche accettare di non capire tutto. È sapere che ci sono momenti in cui bisogna tacere e ascoltare. È non fare dire agli eventi più di quanto siano capaci di dire al momento. È non camminare un passo davanti a Dio, né forzare la Mano che ci tiene saldi. Discenere è discendere: discendere dalle immagini che abbiamo costruito della nostra vita verso la concretezza, verso la realtà, verso l'attesa che non è passività. Discendere è ascendere, anzi, è permettere al Signore di elevarci, di dire al nostro cuore «non temere». Discenere è custodire il «Figlio di Dio» che è affidato quotidianamente alle nostre braccia, ai nostri gesti, alla nostra «giustizia». Grazie Giuseppe perché ci insegni tutto questo. È un compito troppo grande per la nostra piccolezza. Prega per noi.
#pregolaParola
(Mt 1,16.18-21.24a)
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa;

Robert Cheaib
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