«La conoscenza di sé e quella dei propri peccati è il pane con il quale, nel cammino dell'orazione, dobbiamo accompagnare tutti i cibi, per quanto delicati siano e, senza questo pane, non potreste sostenervi». Santa Teresa d'Avila dona questo consiglio a chi vuole vivere una profonda vita di preghiera e di comunione con il Signore invitando a considerare il «fare verità» come uno dei pilastri inscindibili della vita di preghiera. Se riconosciamo le nostre povertà, il Signore è ricco di misericordia e ci ricopre con la ricchezza della sua grazia. Se ci consideriamo ricchi e autosufficienti, ci proviamo della possibilità di essere colmati della pienezza di Dio.
#pregolaParola
(Lc 18,9-14)
Disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l'intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: «O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo». Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: «O Dio, abbi pietà di me peccatore». Io vi dico: questi, a differenza dell'altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

Robert Cheaib
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