Il passo di questo vangelo acquisisce una rilevanza particolare se lo leggiamo in contesto. Pochi versetti prima, infatti, Gesù aveva operato un segno grande, sfamando cinquemila persone. I farisei, come se non fosse accaduto nulla, gli chiedono un segno. È qui che si colloca il rifiuto di Gesù di fare un segno. Un rifiuto solenne preceduto da «in verità», «amen » in greco. È come se Gesù dicesse: «Quanto è vero Dio, voi non avrete un degno». Perché questa decisione irremovibile? Direi per due motivi: Perché chi non vede i segni che ci sono già, non vedrà nulla nei segni che potrebbero accadere dopo. E, secondo motivo, perché i farisei volevano una certezza che li esimasse dal rischio della fede e dell'affidamento. Gesù evidenzia che credere, come amare, è rischiare la fiducia nell'altro. È rinunciare ai propri schemi per incamminarsi nei piani di Dio.
#pregolaParola
(Mc 8,11-13)
Vennero i farisei e si misero a discutere con lui, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova. Ma egli sospirò profondamente e disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun segno». Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l'altra riva.

Robert Cheaib
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