«La natura è più docile ai nostri desideri migliori, e solo noi conosciamo i segreti dei nostri cuori», così scriveva il poeta Louis-Xavier de Ricard esprimendo, senza saperlo, una convinzione di tanti santi, convinzione che santa Teresina di Gesù bambino esprime così: «Dio non mette nel cuore desideri grandi se non vuole realizzarli». Da qui la centralità della beatitudine dell'essere affamati e assetati di giustizia (che nel contesto biblico non è altro che la santità). E cos'è il desiderio di essere santi? È voler essere famosi nel social network del Cielo? No, è voler vivere fino in fondo la comunione con Cristo, l'unione con Cristo. È coincidere con il sogno di bellezza di Dio su ognuno di noi per farlo diventare realtà.
(Mt 5,1-12a)
Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.
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