La tolleranza è la virtù di chi non ha nulla in cui credere e niente da amare. Non lo dico come manifesto di intolleranza, ma come invito a riflettere su uno pseudo concordismo che vorrebbe fare tutti contenti dicendo che tutti hanno ragione, che tutto e il contrario di tutto va bene, e che tutte le cose sono belle. A questa ipocrisia Gesù non ci sta e per questo la sua presenza, sebbene sia quella del Principe della pace, porta a una scelta, a una decisione nella propria esistenza. Se Colui che è l'amore e la verità in persona costituisce motivo di divisione ed è «segno di contraddizione», non meravigliamoci se il nostro annuncio cristiano non trova sempre accoglienza e applausi.
(Lc 12,49-53)
Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D'ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
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