«Lo prese in disparte, lontano dalla folla». Mi hanno colpito queste parole pensando come tante volte le opere di bene che facciamo, le facciamo proprio per metterci al centro dell'attenzione della folla. Questo bene che facciamo soddisfa un nostro bisogno di realizzarci e di apparire. Gesù ama mettendo l'altro al centro, facendolo sentire unico. Quante volte Gesù vorrebbe prendermi in disparte, mentre io sono inchiodato nella mia immersione nel chiasso, nella folla, nella ricerca dell'approvazione umana. Il sordomuto di questo vangelo ci vedeva benissimo. Non si è lasciato pregare. Si è reso disponibile con docilità al Signore. Per questo ha potuto sperimentare la ricreazione operata da Gesù. Effatà. Che io mi renda disponibile alla tua opera Signore. Apri i miei occhi, apri le mie orecchie, apri soprattutto il mio cuore a te, alla profonda intimità con te. E apri la mia bocca per lodarti. Per non sapere tacere la tua gloria.
#pregolaParola
(Mc 7,31-37)
Di nuovo, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
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