Sembra che il Signore ci voglia a pezzi nel suo regno: taglia di qua, getta di là. Ma a ben vedere, quello che la Parola ci dice, se andiamo oltre il senso letterale, è proprio l'opposto. Il Signore ci sta chiamando all'integrità, a superare la doppiezza e la frammentazione. Ci chiama a essere unificati. Pavel Evdokimov chiamerebbe ciò «castità ontologica». Non si tratta di una castità passiva di astinenza, ma di una dedizione attiva e totale all'Amato. Nelle sue parole, «castità significa appartenenza integrale a Cristo». E per questo la seconda parte del vangelo si collega alla prima parte: il cuore casto non è ripiegato su di sé, non si appropria in modo possessivo dell'altro e, a maggior ragione, dell'Altro. Accoglie Cristo non per tenerlo per sé, ma per donarlo. Ed è felice che Cristo venga annunciato, anche se l'annuncio passa per altre bocche. Perché la sua gioia non è il proprio annuncio, ma è l'Amato. Solo l'Amato.
#pregolaParola
(Mc 9,38-43.45.47-48)
Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.
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