Non c'è niente di nuovo sotto il sole, ci dice il Qohelet. E in qualche modo, non c'è grande novità nel pensiero dell'essere umano. Pensiamo per analogia, per similitudini e così, quando la gente pensa a Gesù, lo pensa simile a cose e realtà che ha già visto. Ma «niente - come afferma felicemente Botho Strauß - è improbabile [e imprevedibile] quanto Gesù». Gesù è la novità di Dio che entra nella tua vita. Per riconoscerlo, non basta il tuo genio, la tua sensibilità, le tue connessioni... Hai bisogno di un di più che viene solo dall'Alto. Un dettaglio che Luca non mette in evidenza, mentre è detto esplicitamente nella versione di Matteo. E per questo capiamo anche la reticenza di Gesù nel diffondere questo riconoscimento come una notizia da tramandare. Le persone non capirebbero. Perché a riconoscere Cristo non c'arrivi con le deduzioni, ma con un incontro al quale arrivi se segui Gesù nel suo appartarsi.
#pregolaParola
(Lc 9,18-22)
Un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro questa domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose: «Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell'uomo - disse - deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
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