Scrivevo qualche tempo fa parlando di coppia che «la pretesa rovina l'intesa». Questa idea potrebbe essere considerata come una chiave per interpretare il comportamento di Gesù in questo vangelo. Il Signore sembra fare il prezioso, lui che si è incarnato «svuotando se stesso». Parla di una salvezza e di una grazia esclusiva, lui che si donerà, senza riserva e fino all'ultimo respiro, a tutti. Ma questo comportamento sortisce l'effetto desiderato, tira fuori la fede provata come loro della donna Siro-fenicia. Colui. He si accontenta delle briciole riceve molto di più. Colui che si riconosce indegna viene elogiato come figlia della fede e quindi come discendente spirituale di Abramo. Tolta la pretesa resta la gratitudine e si effonde la grazia.
#pregolaParola
(Mt 15,21-28)
Partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone. Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d'Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore - disse la donna -, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell'istante sua figlia fu guarita.
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