La morte può prendere tante forme nella vita di una persona. Prima di essere la propria morte, può essere la morte di una persona amata. Chi ha vissuto la morte di un caro, sa che il dolore della morte di una persona cara è incommensurabile perché l'amore desidera la vita della persona amata più di ogni altra cosa. La morte può essere sperimentata nelle piccole morti quotidiani, in quei fallimenti che non riusciamo ad accettare o a scrollarci di dosso. La morte può essere una malattia, presagio dei limiti del corpo mortale, come la malattia della donna con emorragia di cui parla il vangelo... I volti della morte sono tanti, ma c'è uno solo per cui la morte è solo un sonno. A lui rivolgiamoci pregandolo innanzitutto affinché risusciti ciò che è morto della nostra fede in lui e affinché ravvivi in noi l'amore perché, come ci ricorda San Giovanni, noi passiamo dalla morte alla vita se amiamo.
(Mt 9,18-26)
Mentre diceva loro queste cose, giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli. Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell'istante la donna fu salvata. Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.
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