Qualche anno fa parlavo con un ragazzo che stava facendo un'esperienza missionaria con una comunità, il quale mi disse che veniva insegnato a loro di non creare legami, ma di seminare e passare ad altre persone. Già allora, pur non essendo ancora ventenne, mi sembrava che qualcosa non quadrava in quello stile. Oggi, e dopo vari anni di distanza, sono ancora più convinto che quello stile di distributori di massa di parola di Dio non è evangelico. Sebbene la missione deve evitare il senso dell'adagiarsi nei terreni familiari e già esplorati e protenfersi verso il portare la parola a chi non l'ha ancora incontrata, essa non può essere una trasmissione anonima e anaffettiva della relazione d'amore più personale che ci sia. Gesù ci dice: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì». Forse perché lui sa che la grazia passa meglio per il dono dell'amicizia che sa fermarsi e rimanere che per la vendita ambulante frettolosa dell'annuncio della fede.
(Mc 6,7-13)
Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient'altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.



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