Quando uno convive con la bruttezza, la bellezza gli risulta estranea e perfino strana. Così anche quando si è più familiari con il peccato e l'impurità, il contato con il Santo e il Puro risulta più una tortura che una salvezza... Almeno, a primo impatto. Cosa fare in questo caso? Le soluzioni sono fondamentalmente due: o adagiarsi nelle proprie catene che più si portano più anestetizzano l'anima, o permettere a Cristo di spezzarle. Bisogna, però, tenere in conto che quando si spezzano le catene del cuore, dato che sono catene “incarnite”, c'è un dolore inevitabile. Quel dolore può diventare salvifico, di rinascita, di parto di sé, se lo si vive in comunione con Cristo.
(Mt 8,28-34)
Giunto all'altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli andarono incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva passare per quella strada. Ed ecco, si misero a gridare: «Che vuoi da noi, Figlio di Dio? Sei venuto qui a tormentarci prima del tempo?». A qualche distanza da loro c'era una numerosa mandria di porci al pascolo; e i demòni lo scongiuravano dicendo: «Se ci scacci, mandaci nella mandria dei porci». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi uscirono, ed entrarono nei porci: ed ecco, tutta la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare e morirono nelle acque. I mandriani allora fuggirono e, entrati in città, raccontarono ogni cosa e anche il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio.
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