Del vangelo di oggi si sono dette nelle storia tante cose, a cominciare dalla distinzione tra dominio spirituale e dominio mondano fino a giungere alla separazione tra stato e religione. Tutte cose interessanti e che aprono un vasto spiraglio per riflettere. Personalmente, pur riconoscendo che non è l'interpretazione più mainstream, vorrei soffermarmi sull'atteggiamento di Gesù, ancor prima del contenuto del suo pronunciamento. Guardando il Maestro, scopriamo che il saggio non è un opinionista tuttologo. Il saggio parla solo delle cose che gli competono. E se nella vita è grande gioia scoprire la tua strada, è altrettanta grande gioia e sorgente di pace interiore ed esteriore tralasciare le strade che non devi percorrere e le questioni che non devi trattare.
(Mc 12,13-17)
Mandarono da lui alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso. Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?». Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono. Allora disse loro: «Questa immagine e l'iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio». E rimasero ammirati di lui.

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