Il sostantivo «dabar» viene tradotto generalmente come «parola». Ma il termine è molto più ricco di questa accezione. Esso indica allo stesso tempo parola ed evento, parola e azione. Chissà se Israele ha connesso questi due significati, apparentemente lontani, contemplando il comportamento del Signore con lui, dove la parola del Signore è tangibile, è una promessa che si realizza. In questa luce dobbiamo comprendere le parole di Gesù in questo vangelo: non come un invito a omettere la preghiera e a diventare prede dell'attivismo, ma a imitare la dabar (parola) di Dio che è convergenza di parola e di azione. Chi agisce così costruisce la sua vita sulla roccia, Cristo.
(Mt 7,21-29)
Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: «Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?». Ma allora io dichiarerò loro: «Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l'iniquità!». Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.
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