Leggendo questo vangelo, ho meditato spesso sul valore dell'infanzia, raramente sull'atteggiamento di Gesù verso i bambini. Il secondo tema mi sembra particolarmente attuale, pensando soprattutto ai temi del valore di una vita, dell'aborto e questioni affini. Samuel Johnson disse: «La vera misura di un uomo la si vede da come questo tratta una persona dal quale non potrà ottenere nulla in cambio». Dei bambini che non possono ancora esprimere e difendere il loro parere e il proprio diritto ad esistere si discute come se fossero temi astratti. Per Gesù, nessuno è astratto. Gesù prende in braccia, accarezza e benedice chi non è forza di lavoro, chi non è utile. Per lui, il valore di queste vite “marginali” per la sua epoca è un valore assoluto e centrale perché è radicato nell'amore di Dio per ogni persona creata a sua immagine e sua somiglianza. Anzi, dato che i bambini non possono arrogare meriti e pretese, sono dei privilegiati perché non hanno quell'inganno dell'adulto, inganno fonte di grande infelicità, e che recita: tu vali la tua utilità. La carezza ai bambini di Gesù dice altro: tu vali l'eternità.

(Mc 10,13-16)
Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.
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