Confesso: questo vangelo parla in modo particolare ad alcune situazioni di apostolato che svolgo e che non sono tra le più riuscite. È un vangelo che mi ricorda che il valore del mio cammino, come anche il valore dell'annuncio cristiano, non sta nel passare da successo in successo, fosse anche il successo più auspicato, ovvero la conversione di chi ci ascolta. Il fine del nostro ministero non è il risultato, ma la conformazione a Cristo. È questo ciò che ci dicono - consolandoci - le parole di Gesù: «Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra». La grandezza del discepolato è che sia nel successo sia nel fallimento possiamo incontrare Cristo e questo, solo questo, deve essere il nostro fine immediato.
(Gv 15,18-21)
Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: «Un servo non è più grande del suo padrone». Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato.
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