(Gv 6,35-40)
«Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me». Ho avuto modo di parlare con persone che si sentivano sinceramente escluse dalla fede e dalla salvezza e “giustificare” tale dannazione con un versetto simile. Ma se si proseguisse la lettura ancora per qualche secondo, ci di troverebbe con affermazioni chiare che tale volontà del Padre non è selettiva, bensì universale: «Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell'ultimo giorno». «Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi» , dice San Paolo a Timoteo suo figlio spirituale. Le voci interiori che ci sussurrano disperazione, fatalismo e dannazione non traducono la volontà di Dio, ma la tradiscono. Dio, nella storia, ha il primato della speranza.
#pregolaParola
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Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell'ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno».
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