Ogni volta che siamo tentati di sottovalutare il ruolo dell'uomo nell'opera salvifica di Dio, il vangelo ci viene incontro confermando quanto il Signore valorizzi l'uomo. Dio ha deciso di operare salvezza rendendo l'uomo collaboratore della sua grazia. E la prima collaborazione non è l'attività, ma è la supplica, la preghiera, è quel momento di presa di coscienza che la nostra più grande attività passa per le nostre mani giunte e per le nostre ginocchia piegate. I santi e i mistici sottolineano sempre la potenza della preghiera. È il fondamento di ogni opera spirituale perché con la preghiera ci rivestiamo della grazia di Dio a tal punto che la nostra opera diventa la sua. Noi diventiamo vicinanza del regno di Dio.
Lc 10,1-9
Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: «Pace a questa casa!». Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all'altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: «È vicino a voi il regno di Dio».
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