Alle persone che perdono tempo dietro ad amori sbagliati cerco di far riflettere sul fatto che occupare il cuore con chi non ci deve stare può comportare di non permettere agli occhi di riconoscere il passaggio di chi ci deve stare. Che c'entra questo con il vangelo di oggi? Gli interlocutori a cui si rivolge Gesù (e possiamo essere noi tra di loro) hanno i loro schemi, le loro visioni e le loro ambizioni. Sono in una parola fin troppe innamorate di se stessi. Lo smodato amor proprio, ben diverso da un sano e necessario amore equilibrato per se stessi, rende inospitale il cuore e comporta il grande rischio che l'Amato passi e non venga riconosciuto. Che il Signore sia insistente con noi e ci liberi dalla cecità dell'egoismo per vedere e vivere d'amore, del suo amore.
Lc 11,29-32
Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Ninive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona.
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