L'amore racchiude in sé tanti bei paradossi e il quadro della visitazione di Maria ad Elisabetta ne incarna diversi. L'amore sa attendere e quale attesa è più eloquente della Vergine incinta? L'amore non attende, non temporeggia ma corre, ed ecco Maria «si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa». L'amore è più di un'emozione, l'amore è una mozione. L'amore crede, ma la sua fede, se è vera, diventa azione, diventa prossimità, diventa gioia condivisa, diventa storia. L'amore? L'amore è più bello della poesia perché la poesia descrive l'irreale, l'amore trasforma la realtà.

Lc 1,39-45

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
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