«Fate attenzione, vegliate». Ho contemplato una volta una donna incinta in preghiera. Era uno spettacolo educativo sul senso dell'attesa più di mille catechesi. Le mani erano poggiate teneramente sul suo grembo, gli occhi chiusi alla visione delle cose di fuori, ma qualcosa nel suo viso illuminato e nella sua testa leggermente inchinata verso il suo grembo diceva chiaro che gli occhi interiori erano aperti e in dialogo contemplativo. Un dialogo con Dio e una presenza alla vitae al volto che dimora in lei. Fare attenzione non è un invito all'ansia o alla tensione. Sull'altro versante, vegliare non è un gesto passivo. Si capiscono meglio le parole di Gesù alla luce del volto di questa donna in attesa. Siamo tutti in attesa della manifestazione del Signore. Facciamo attenzione come una donna incinta alla presenza amata che è in lei, seppure ancora celata agli occhi. Vegliamo preparando il cuore e la vita all'accoglienza di Cristo, come una mamma prepara l'arrivo di un nascituro. Prepariamoci non solo per Natale. Cristo nasce oggi. Cristo nasce ora. Cristo vuole nascere sempre... E farci rinascere.

Mc 13,33-37

Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all'improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
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