Perché il nome dell'altro discepolo nel quarto Vangelo è rigorosamente non menzionato? Per umiltà? Forse... Ma non è menzionato soprattutto affinché possiamo identificarci, metterci al suo posto e capire che noi siamo, anzi, ognuno di noi è «il discepolo che Gesù ama». Venerare i santi non è mai separarli da Cristo, ma è vedere e imitare quell'amore che nulla ha potuto separare da Cristo. Giovanni è l'occhio contemplativo, lo sguardo che sa discernere il Logos nella carne umana di Cristo, che sa vedere nella tomba vuota la primizia dell'annuncio cristiano: «Cristo è risorto» . Giovanni è il discepolo che insegna che la fede non è cieca, ma chiaroveggente.

Gv 20,1a.2-8

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario - che era stato sul suo capo - non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
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