«Consolate, consolate il mio popolo - dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta...». Con questo tono iniziano le letture di questa domenica. Parole del Signore che vuole consolare il suo popolo. Ma il popolo può accogliere questa consolazione se elimina tutto ciò che ostruisce il dono di Dio. Per questo la volontà di consolazione viene necessariamente accompagnata da una chiamata alla conversione. Non è un do ut des. Dio sta semplicemente affermando la possibilità di fondo della consolazione. Troviamo consolazione se ci convertiamo perché rivolgiamo il volto verso Colui che è la nostra consolazione. Il fatto più che si dica che Gesù battezzerà nello Spirito Santo è infinitamente consolante perché lo Spirito che riceviamo diventa in noi soggetto agente che ci aiuta a convertirci. Consoliamoci convertendoci. Convertiamoci sapendo che Dio opera in noi la conversione e la consolazione.

Mc 1,1-8

Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaia: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via.Voce di uno che grida nel deserto:Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
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