Quando si è innamorati, il cuore veglia spontaneamente. L'invito alla veglia non risulta estenuante, ma piuttosto superfluo. «Io dormo, ma il mio cuore veglia» dice la sposa innamorata del Cantico. Penso a quelle mamme che vegliano vicino al letto di un figlio ammalato, a quei papà che stanno alla finestra attendendo il ritorno dei figli, ormai grandi, usciti con gli amici. Vegliare è un frutto che nasce dall'amare. Per vegliare in attesa del Signore e vincere la sonnolenza esistenziale dobbiamo conoscerlo, frequentare la sua parola, stamparlo nella nostra immaginazione, inciderlo nelle nostre memorie, accettare che ogni giorni entri come un ladro, rovisti nei nostri cassetti esistenziali e rubi il nostro cuore . Sì Signore, ti prego, ruba tutto. Io ho solo ciò che consegno a Te.

Mt 24,42-51

Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo. Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: «Il mio padrone tarda», e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l'aspetta e a un'ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti.
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