«Vorrei avere fede, ma Dio non me ne ha fatto il dono». Questo è un vangelo che sembra avvalere questa tesi. Non è forse Gesù stesso a dire: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato»? Assolutamente sì. La fede è un dono. Ma questo dono è aperto a chiunque vuole riceverlo. «Dio è amore» e santa Teresa di Gesù Bambino ha saputo offrire una definizione verissima dell’amore: «Amare è donare tutto e donare se stessi». Questa definizione ci colloca nel contesto di questo vangelo e colloca questo vangelo nel contesto della nostra vita. Nel contesto testuale, Gesù sta mostrando a suoi interlocutori che il pane che Mosè ha dato è “segno” del Pane di vita che il Padre vuole dare e che è Gesù stesso. E, come il germe della fede, questo pane è donato a tutti e per tutti. È donato – anche queste sono parole di Gesù – «per la vita del mondo».
Gv 6,44-51
In quel tempo, disse Gesù alla folla:
«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.
Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
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