«Mi piace, ma chi mi dà la certezza che è la persona per me?». Quante volte sento questa domanda! Non parte sempre da una cattiva volontà. Anzi, tante volte nasce proprio dalla buona volontà di non voler perdere tempo. Il problema è che certe persone vorrebbero entrare nelle relazioni dopo aver assodato che l’altro è proprio il “pezzo” che li serve. L’ideale sarebbe avere un buon numero di recensioni positive… Ecco, interrompo l’analogia perché credo sia già balenato il punto. I giudei del vangelo di oggi vorrebbero altre e sempre ulteriori prove e segni. Vorrebbero discutere per non mettersi in discussione. Gesù sa, però, che il nodo della questione non è la raccolta dei segni, ma la volontà dell’incontro, della sequela, dello scommettere il tutto per il Tutto. La cosa bella è che dopo questo passo si scoprono di quanti segni era già carica la vita.
Gv 10,22-30
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell’incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Vuoi seguirci sul tuo smartphone? Puoi ricevere ricevere tutti gli articoli sul canale briciole