Ho il privilegio di vivere a Roma. Lo so, lo so. È caotica, sporca e quello che vuoi… ma è pur sempre bellissima, mitica, piena di storia, di incontri e di possibilità. Già viverci è una lezione di storia, di cultura e – per chi vuole – di grande fede. Standoci respiri a pieni polmoni un patrimonio universale… Comunque non sto qui a fare l’apologia del vivere nella cosiddetta “città eterna”, ma a riflettere per analogia sul dimorare nella “Parola dell’Eterno”. Ci dice Gesù: «Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato». Queste parole del Signore ci ricordano il grande privilegio che tutti abbiamo di poter dimorare quotidianamente e ad ogni momento nella parola del Signore. In questa Parola è già celata la linfa del nostro fiorire. In essa siamo predisposti alla versione migliore di noi stessi, a «portare molto frutto». Sii cosciente della tua preziosa Dimora.
Gv 15,1-8
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
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