In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Gio 3,1-10   Sal 50   Lc 11,29-32
Ci scandalizza il fatto che Dio non doni segni quando glieli chiediamo. In fondo, cosa gli costa? Eppure saremmo così disposti ad affidarci se avessimo un altro pezzettino di evidenza! Ma la logica di Dio è diversa. Se avanzi solo perché sei certo, non fai un atto di fede, un atto di affidamento, ma fai un affare, fai bingo… Dio non ci dona segni perché ci ha dato il Segno, Gesù Cristo. Un segno che non compromette o costringe la nostra libertà, ma ci invita ad esercitarla e costruirla. Gesù non è un segno schiacciante. È il segno discreto e invitante della presenza di Dio davanti alla quale possiamo chiudere gli occhi, tappare le orecchie e volgere le spalle. Il vero scandalo è che davanti a questo scandalo tanti suoi contemporanei non hanno ac-colto questo Segno. Donaci, Signore, di non perpetrare lo scandalo, donaci di vederti e soprattutto di seguirti.
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