In quel medesimo giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all'altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. 
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che siamo perduti?». 
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, càlmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». 
E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?». 
Eb 11,1-2.8-19   Lc 1,68-75   Mc 4,35-41
Nella barca agitata della nostra esistenza nasce spontanea la domanda : «Dove sei?». Gesù ci risponde, incarna la risposta: «Sono qui, a poppa, nel punto più critico». È lì, è qui, dove c'è dolore, dove c'è croce. Ed è davvero commovente sentire questa risposta non sa bocche che predicano, ma - come mi è successo ieri - da cuori che hanno sofferto e continuano a vivere sulla barca della croce.