Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

Is 7,10-14   Sal 23   Rm 1,1-7   Mt 1,18-24

Alla nascita di Gesù, oltre al sì di Maria, ha contribuito un sì non detto a parola, ma con il silenzio e la vita. È il sì di Giuseppe fatto di coraggioso silenzio e di attenzione all’altro. Ciò che colpisce particolarmente in Giuseppe è che prima di dire il sì alla proposta folle di Dio, ha detto di sì all’esistenza di Maria, al di là di quello che la legge anonima imponeva. La preparazione al Natale passa proprio da qui: dall’attenzione all’altro per aprirsi all’Altro; dall’accoglienza del prossimo per accogliere l’Emmanuel, il Dio con Dio, il Dio che si fa nostro prossimo e ospite più intimo.

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