In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
Sof 3,1-2.9-13   Sal 33   Mt 21,28-32

«Che ve ne pare?»: così inizia Gesù questa parabola gettando la palla nel campo dell’uomo. È come se stesse dicendo: «Giudica da te. Come si onora Dio? Con le chiacchiere o con la carne?». Alle soglie del natale, questo vangelo prendo un significato ancora più pregnante: Dio ti ha amato incarnandosi, operando salvezza. Non ti ha amato a chiacchiere. E se l’amore di Dio è “poesia”, non lo è perché Dio chiacchiera, ma in quanto in Cristo ha intonato l’Eterno sulle corde dell’umano.