Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Is 7,10-14   Sal 23   Lc 1,26-38

In quest’umanità che non crede in se stessa, Tu ci credi ancora. Per quest’umanità annegata nelle sabbie mobili del suo egoismo, Tu ti fai dono nella carne e ti offri, sul legno della croce, strumento di salvezza fatto di autodonazione totale. A quest’umanità che non ha più orientamento, Tu ti fai bussola che conduce verso l’utopia di Dio. Benedetta Colei che alla Tua fede ha risposto con la sua. Benedetta la Vergine che nel santuario della sua carne Ti ha ospitato. Benedetta Maria che nel mare della sua maternità ha dato “luogo” al sogno di Dio.