In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite.
Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione.
Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito».
Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.
Ef 1,1-10   Sal 97   Lc 11,47-54

Guai alla conoscenza che non diventa coscienza. Guai alla nozione che non diventa azione. Guai a chi vive la conoscenza come una fortezza in cui chiudersi, piuttosto che come un trampolino da cui tuffarsi nell’incontro, l’Incontro. Il fine del sapere è diventare sapidi e sapienti e il sapiente vero è colui che fa spazio alla Sapienza del Padre, Gesù Cristo, nella propria vita e intorno a sé.