In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
Qo 11,9-12,8   Sal 89   Lc 9,43-45

La liturgia di questo sabato getta una luce particolarissima su questo vangelo. Guardate nell’ottica della vicenda di Gesù, infatti, queste parole costituiscono un preannuncio profetico della sua passione. Guardate, invece, alla luce della lettura e del salmo, le parole di Cristo prendono un sapore sapienziale che riconosce la natura passeggera della gloria di questo mondo, che sottolinea la vanità di ogni impresa e che evidenzia l’inevitabilità del “tramonto”. E non è pessimismo – sarebbe una negazione del valore buono della creazione e dell’incarnazione – ma è la sapienza del saper dare il giusto peso alle creature e la giusta gloria al Creature. Passa la gloria di questo mondo, ma la Parola del Signore dura in eterno.