In
quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Nessuno
accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la
pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.
Non
c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia
conosciuto e venga in piena luce.
Fate
attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non
ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».
Pr
3,27-34 Sal 14 Lc 8,16-18
C’è
un tipo sottile di falsa umiltà che annega i doni ricevuti nell’improduttività.
Il vero umile, però, è chi riconosce che quello che ha è un dono gratuito. L’umile
è colui che riconosce di aver ricevuto «una manifestazione particolare dello
Spirito per il bene comune» (1Cor 12,7) e con riconoscenza corrisponde al dono
donandosi. Sono questi umili che cambiano la storia, non con i proclami
altisonanti, ma con il loro essere humus che si mette con gioiosa
dimenticanza di sé a disposizione della fioritura dell’opera di Dio.