In
quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al
banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre
sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne
stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei
dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai
pubblicani e ai peccatori?».
Udito
questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.
Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”.
Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Ef
4,1-7.11-13 Sal 18 Mt 9,9-13
«Seguimi»,
abbandona l’illusione di costruire il mosaico della tua vita arraffando pezzi
di metallo fuso. Il senso di una vita non si trova accumulando, ma sprecandosi.
Non lo si tiene in mano, ma lo si attraversa, lo si vive, lasciandosi prendere
per mano. Fatti prendere e trascinare fuori dal girotondo del merito e del
premio, perché la logica di Dio non è quella della ricompensa, ma della
scommessa. Colui che ha scommesso sul nulla suscitando esistenza, scommette
oggi su di me e su di te risuscitandoci come discepoli.