In quel tempo, Gesù disse: 
«Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. 
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! 
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato». 
Gb 38,1.12-21;40,3-5   Sal 138   Lc 10,13-16
La conversione di chi ha avuti qualche esperienza con il Signore e si è allontanato è molto più difficoltosa di quella di chi non l'ha mai incontrato. Il primo ha una specie di convinzione erronea che ha già sperimentato e gustato. È prigioniero di un senso di grandezza della propria esperienza che riduce l'incontro personale con Cristo a un acquisito sapere sterile. A questo tipo di pericolo è esposto soprattutto chi è familiare del sacro, chi ha la pseudo-sicurezza dell'appartenenza, dell'abito o del titolo. I guai di Gesù ci scuotono per scrollare di dosso le piccolezze e le abitudini a cui spesso riduciamo la sequela.