In  quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i
suoi discepoli, diceva: 
«Beati
voi, poveri, 
perché
vostro è il regno di Dio. 
Beati
voi, che ora avete fame, 
perché
sarete saziati. 
Beati
voi, che ora piangete, 
perché
riderete. 
Beati
voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi
insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio
dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra
ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri
con i profeti. 
Ma guai a
voi, ricchi, 
perché
avete già ricevuto la vostra consolazione. 
Guai a
voi, che ora siete sazi, 
perché
avrete fame. 
Guai a
voi, che ora ridete, 
perché
sarete nel dolore e piangerete. 
Guai,
quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i
loro padri con i falsi profeti».
1Cor
7,25-31   Sal 44   Lc 6,20-26
Questo
vangelo viene subito dopo la chiamata dei discepoli ed è alla luce di quel
vangelo che va compreso. Le beatitudini, infatti, prendono valore dalla
relazione su cui si basano. Così ad esempio la terza beatitudine - Beati voi
che piangete - non è una canonizzazione dei lagnosi. Le beatitudini ci
collegano all'uomo delle beatitudini per eccellenza, a Gesù. E possiamo
riassumerle con questa: beato chi imita Cristo, nella sua umanità toccherà
l'essenza beata di Dio.
