In
quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vegliate,
perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire
questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro,
veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi
pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.
Chi
è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi
domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il
padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a
capo di tutti i suoi beni.
Ma
se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e
cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli
ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta
e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che
meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».
1Cor
1,1-9 Sal 144 Mt 24,42-51
Mi
dispiace per gli apolitico-catastrofici, ma l’ammonimento di Gesù nel vangelo
non è alla “fra cacchio da Velletri”: «Ricordati che devi morire», ma è il suo,
del Dio-amore che ci ricorda: «Ricordati che devi amare». Il giorno in cui non
ami è perso, perché solo l’amore unisce a Dio e solo ciò che è in Dio è luce e
vita. Se un filosofo come Seneca esortava: «protinus vive» (vivi
adesso), Gesù dona un orientamento a questo vivere: ama adesso, ama da Dio.