In
quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il
regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e
uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le
stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece,
insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo
sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A
mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte
quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero
alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si
spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi;
andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora,
mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che
erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi
arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore,
aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate
dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
1Cor
1,17-25 Sal 32 Mt 25,1-13
Cosa
mancava alle vergini stolte? Il salmista parla di «olio di letizia». È mancata
loro, forse, la letizia (che non è effervescenza isterica), ma è serena
coscienza di essere scelti e segnati con l’unzione nuziale in modo da vivere la
presenza dello Sposo nella sua assenza, la sua parola nel silenzio, la sua
puntualità nel suo, la sua gioia – inspiegabile ma inconfutabile – all’ombra
della croce… di riconoscere la forza del suo Soffio che irrompe nei sogni
infranti, nelle lacrime e in chi non riesce più a stare in piedi, chi si trova
in ginocchio e allora sceglie di volare in ginocchio…
Gesù, però, non tardare. Facci sentire gioia e letizia nella tua voce di Sposo.
Gesù, però, non tardare. Facci sentire gioia e letizia nella tua voce di Sposo.