In
quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi
discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero:
«Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei
profeti».
Disse
loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo,
il Figlio del Dio vivente».
E
Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né
sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico:
tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli
inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli:
tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che
scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Allora
ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.
Da
allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a
Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e
degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro
lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia,
Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’
dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma
secondo gli uomini!».
Ger
31,31-34 Sal 50 Mt 16,13-23
In
un breve vangelo abbiamo due volti di Pietro, due volti di noi. Da un lato,
c’è un Pietro che si fonda sulla Roccia e diventa egli stesso roccia affidabile
che darà in futuro fondamento ai fratelli; dall’altro lato, c’è un Pietro che
si fonda sulle proprie (corte) vedute e che vacilla tanto da meritare di essere
chiamato «Satana», colui che disperde e distoglie dall’Essenziale. Newman dice
che il tratto caratteristico della fede (buona) di Pietro è la dimenticanza di
sé, l’essere occupato totalmente dall’Oggetto della fede. La fede è un
rapimento, è un dono del Padre che ci dona. Chiediamolo con la preghiera del
Curato d’Ars: «Ti amo, mio Dio, e il mio unico desiderio è di amarti fino
all'ultimo respiro della mia vita…Ti amo, Signore, e l'unica grazia che ti
chiedo, è di amarti eternamente… Mio Dio, se la mia lingua non può dire ad ogni
istante: ti amo, voglio che il mio cuore te lo ripeta ogni volta che respiro».