In quel
tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni farisei per metterlo alla prova e gli
chiesero: «È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi
motivo?».
Egli
rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li fece maschio e
femmina e disse: “Per questo l’uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a
sua moglie e i due diventeranno una sola carne”? Così non sono più due, ma una
sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto».
Gli
domandarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l’atto di ripudio e di
ripudiarla?».
Rispose
loro: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le
vostre mogli; all’inizio però non fu così. Ma io vi dico: chiunque ripudia la
propria moglie, se non in caso di unione illegittima, e ne sposa un’altra,
commette adulterio».
Gli
dissero i suoi discepoli: «Se questa è la situazione dell’uomo rispetto alla
donna, non conviene sposarsi».
Egli
rispose loro: «Non tutti capiscono questa parola, ma solo coloro ai quali è
stato concesso. Infatti vi sono eunuchi che sono nati così dal grembo della
madre, e ve ne sono altri che sono stati resi tali dagli uomini, e ve ne sono
altri ancora che si sono resi tali per il regno dei cieli. Chi può capire,
capisca».
Ez 16,1-15.60.63 Is 12,2-6
Mt 19,3-12
Per capire
la posta in gioco della domanda dei farisei, è necessario conoscere due scuole
di pensiero che erano prominenti ai tempi di Gesù. Entrambe permettevano il
divorzio, ma con condizioni diverse. Per la scuola di Shammai, il divorzio era
possibile solo in caso di adulterio della moglie. Per la scuola di Hillel,
l’uomo poteva divorziare dalla moglie per qualsiasi motivo, fosse anche quello
di un pasto non riuscito. Gesù esce abilmente dalla trappola tesa tornando al
«principio». Egli mostra che il divorzio non faceva parte dal progetto di Dio
sull’uomo e quindi si mostra più grande di Mosè e Signore della Torah tornando
al progetto iniziale del Creatore. Dio crea l’umano maschio e femmina per la
comunione a immagine di Dio, a immagine della comunione trinitaria, una
comunione chiamata a crescere e ad approfondirsi nell’incondizionatezza
dell’amore, non ad essere un contratto a termine e al condizionale. Gesù
riecheggia il “sogno” divino del Creatore riguardo all’amore creaturale.