In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Os 14,2-10   Sal 80   Mc 12,28-34

Essendo una specie di manuale di istruzioni sul vivere, i comandamenti sono vie verso la felicità. Gesù, nel suo dialogo con lo scriba, indica che la quintessenza di questa felicità risieda nel duplice comandamento dell’amore a Dio e al prossimo. «Felice è solo l’anima che ama», scriveva Goethe, e Gesù qui mostra le dinamiche profonde di quest’amore. Per cominciare, bisogna amare Dio all’infinito. Perché cominciare da lui? Perché solo chi trova la pienezza della gioia in Dio può amare se stesso e il prossimo senza che uno di questi amori usurpi l’altro.