In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. 
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. 
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva. 
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». 
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
Gen 15,5-12.17-18   Sal 26   Fil 3,17- 4,1   Lc 9,28-36
Il vangelo della trasfigurazione ripercorre due binari sensibili dell'esperienza di fede:  la vista e l'udito. Il Signore ci permette a volte quasi di vedere, di toccare con mano la pienezza della promessa sua per noi. Sono momenti che ci rapiscono e ci stravolgono. Ma la gran parte dell'esperienza credente avviene sotto forma di attento ascolto, di audace fiducia, di non facile cammino dietro al Cristo umile che scende dalla montagna della trasfigurazione per lenire le ferite del mondo con le sue ferite... Smonto le tende, ascolto il Padre, seguo Te.